Cenni storici sull'invenzione della RUOTA - prima da LAVORO (vasai) e poi da TRASPORTO, passando dai carichi spostati dal TRASCINAMENTO coi denti (a corpo morto), al mezzo di ROTOLAMENTO sui tronchi, alla SLITTA o TREGGIA e poi... infine al CARRO.
La ruota più antica conosciuta pare sia stata trovata in uno scavo archeologico della Mesopotamia, e risale al 3500 a.C. circa.


Questo nome deriva dal fatto che l'uomo, in questo periodo, imparò di certo si a lavorare la pietra e a renderla liscia, levigata, uniforme ma, essa fu impiegata inizialmente e curiosamente in esclusiva dai vasai come tornio roteante per la fabbricazione di ciotole, vasi e recipienti.


Con il tornio a pedale i vasai Sumeri potevano così modellare meglio l’argilla.









Il tornio a pedale era uno strumento formato da due dischi uniti da un perno centrale. Sul disco superiore il vasaio appoggiava l’argilla mentre con il piede faceva girare il disco inferiore.



Con il passare del tempo i vari popoli perfezionarono la tecnica della ruota e il materiale di cui era costituita.

Difatti, non tutti sanno che quel povero tronco d’albero biforcuto denominato treggia, in perfetta simbiosi con l’umile e generoso bue, hanno dato vita nel lontano 4000 A.c. al primo mezzo di trasporto dell’umanità che 1000 anni più tardi con l’applicazione delle ruote a quello stesso telaio diede vita al CARRO.
Come illustrato nel disegno (qui sotto e nelle foto allegate) i primi veicoli senza ruote inventati e utilizzati dall’uomo sono stati, la slitta e la treggia (veicolo a Y).
Parrà strano, ma questo fu il primo vero mezzo da trasporto cose e persone nell'antichità.
Carrello di legno.


Altri, invece, tutt'oggi suggeriscono che essa si sia sviluppata in varie parti del mondo indipendentemente più o meno nello stesso periodo.
Ecco alcuni reperti, la cui datazione risale ad un periodo che parte dall'età del Neolitico all'età del Bronzo (XVIII-XIII sec. a.C.); tra questi spiccano, per importanza due ruote di carro, di cui ora si conservano solo i calchi in gesso.
Le ruote si contraddistinguono per due tipologie differenti: la prima tipologia era probabilmente utilizzata per un carro pesante da trasporto, l'altra tipologia era forse adatta ad un carro più leggero.

Altro particolare dello stendardo di Ur, 2500 a.C. ca.


La ruota dei Sumeri infatti era un disco pieno come bene si vede nell’immagine qui sotto... ed era formata da due semidischi in legno tenuti insieme da perni presumibilmente di legno.

Lo Stendardo doppio di Ur.

Benché la ruota abbia rivoluzionato il modo e quel mondo in cui i nostri antenati viaggiavano e trasportavano merci da un luogo all’altro, la ruota non era di certo un’invenzione perfetta. Per esempio, i cammelli erano molto più efficaci e quindi usati per il trasporto in ambienti come il deserto sabbioso rispetto alla ruota.
Difatti, pare che tra il 2° e il 6° secolo d.C., il cammello e il dromedario, abbiano addirittura soppiantato la ruota come mezzo principale di trasporto in Medio Oriente e Nord Africa.
Carro da guerra sumero.
bassorilievi assiri al british museum raffigurante un carro da guerra.


Carro assiro...
Rilievo di Ramses II nella battaglia di Kadesh.
Alcuni ritengono che data l’incredibile sfida che l’invenzione della ruota fu per l’umanità, questa avvenne in un unico posto e da lì si diffuse nel resto del mondo. Tuttavia, altri pensano invece che fu sviluppata indipendentemente in parti diverse del mondo più o meno nello stesso periodo. Per esempio, la ruota delle Paludi di Ljubljana è una ruota di legno pieno che fu trovata nella capitale della Slovenia nel 2002 e che è databile intorno al 3150 a.C.
Ad oggi si ritiene che i luoghi di nascita della ruota siano sia la Mesopotamia, sia le steppe eurasiatiche.
Carro di Gonnos (Sardegna), rifacimento di un classico carro sardo per buoi a ruote piene.

Carro agricolo bororese - Museo del Pane Rituale a Borore (Or).


Modello in scala del carro falciante di Leonardo esposto al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci.
Dettaglio della ricostruzione del carro di Leonardo al al Museo della scienza e della tecnologia di Milano.
Disegno di Leonardo da Vinci per il suo carro d'assalto falcato.
Una coppia di buoi aggiogati tira un carro di zingari romeni, 1899 ca.
Un carretto per buoi abruzzese, proveniente da Alanno (PE) e datato al 1950.
Un venditore di carbone sul proprio carretto carico di borse in paglia e trainato da un cavallino, 1915-1920 ca.
Un gruppo di giovani uomini seduti su un carretto trainato da un asinello, 1915-1920 ca.


Quartu Sant'Elena (Cagliari) - Carretone a due ruote grandi a raggi traitato da cavallo, nei pressi de "Sa Perda Mulla": pietra miliare romana.





Antico carretto di legno francese a due ruote per giogo di buoi (charrette).








Ritorno da Montevergine (Piazza Plebiscito a Napoli).




Napoli - Un baroccio tirato da un asino, da un bove e da un cavallo.
Una volta si chiamava via d'Arena e in mezzo alla strada un carrettone e avanti di lui gente e carretti ci raccontano la vita di tutti i giorni.
Milano, un carrettino con ruote piccole trainato da un cavallo attraversa piazza Mercato davanti al Seminario e va verso la “Pesa” pubblica di cui, dietro, si individua il baracchino.

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Il carretto del venditore ambulante a Napoli.




Roma - Il carretto in uso per il trasporto del vino dei Castelli.

Carrettino del venditore di limoni e acqua "zurfegna": quell'acqua che ha particelle di ferro e di zolfo entro di sé ed esalta i poteri dello stomaco, se bevuta con una spremutina di limoni...
Carretti a 2 ruote grandi in legno a raggi per traino da asino o cavallo in mezzo al traffico di Mondragone - anni '60/70.

Antico carrettone a trazione animale con timone a snodo, avente quattro ruote con raggi e cerchione in ferro.

Carrettone.




Uomini che scaricano alcune bare da un carro trainato da due cavalli.


Antica ruota in legno con raggi a croce.

Una delle prime ruote a raggi totalmente in legno, ivi compreso il mozzo e la chiave di fermo.




Particolare della ruota del carro trionfale di Capurso dedicato alla Madonna del Pozzo.








- Parte Prima -
Oggi 01 dicembre 2013
ha reso pubblico foto, articoli informativi e immagini tratte dal suo
ARCHIVIO STORICO ARBORENSE
Per rendere giustizia al cammino della Storia
Viaggiare, vedere, cercare scoprire e conoscere.
=Il mondo ruotante dagli albori=
=Il mondo ruotante dagli albori=
Brevi cenni storici
Dopo la scoperta del fuoco, la ruota è certamente da considerare una delle più rivoluzionarie invenzioni della storia e del progresso dell'umanità.
Tutti noi sappiamo che la ruota è un oggetto circolare in grado di ruotare attorno ad un asse centrale e, viste le sue molteplici applicazioni, fu una scoperta ultra rivoluzionaria.
Di certo, l'invenzione si colloca nella stessa epoca neolitica a cui risalgono altre invenzioni che diedero origine a quella che è chiamata l'età del bronzo.
Questo implica un periodo di alcuni millenni dopo l'epoca dell'invenzione della agricoltura, quando la ruota non era ancor conosciuta.
L'invenzione della ruota viene normalmente attribuita ai Sumeri, ossia (abitanti di Šumer, egiziano Sangar, biblico Shinar, nativo ki-en-gir, da ki = terra, en = titolo usualmente tradotto come Signore, gir = colto, civilizzato, quindi "luogo dei signori civilizzati") che sono considerati la prima civiltà urbana assieme a quella dell'Antico Egitto.
Si trattava di un'etnia della Mesopotamia meridionale (riconducibile all'odierno Iraq sud-orientale) autoctona stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al 4000 a.C.), fino all'ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.).
Il termine Sumero in realtà è il nome che venne dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi.
I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, che significava letteralmente "la gente dalla testa nera" e la loro terra Ki-en-gi, "luogo dei signori civilizzati" oppure, secondo altri autori, il "luogo della lingua sumera".
Sappiamo che la parola accadica Šumer (Sumer) utilizzata per indicare la terra dei Sumeri, rappresenta, forse, questa parola sumerica in dialetto, ma non ci è comunque noto perché gli Accadi abbiano chiamato questa terra Šumer.
Il biblico Shinar, l'egiziano Sngr e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere delle varianti occidentali per la parola Šumer. La Bibbia dei Settanta a sua volta ci rende ben evidente il nome Shinar come Sennaar in greco.
Preceduta da una scrittura fondamentalmente figurativa, a base di pittogrammi, la successiva stilizzazione condusse alla scrittura cuneiforme che sembra aver preceduto ogni altra forma di scrittura codificata, comparendo attorno alla fine del IV millennio a.C.
Si trattava di un'etnia della Mesopotamia meridionale (riconducibile all'odierno Iraq sud-orientale) autoctona stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al 4000 a.C.), fino all'ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.).
Il termine Sumero in realtà è il nome che venne dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi.
I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, che significava letteralmente "la gente dalla testa nera" e la loro terra Ki-en-gi, "luogo dei signori civilizzati" oppure, secondo altri autori, il "luogo della lingua sumera".
Sappiamo che la parola accadica Šumer (Sumer) utilizzata per indicare la terra dei Sumeri, rappresenta, forse, questa parola sumerica in dialetto, ma non ci è comunque noto perché gli Accadi abbiano chiamato questa terra Šumer.
Il biblico Shinar, l'egiziano Sngr e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere delle varianti occidentali per la parola Šumer. La Bibbia dei Settanta a sua volta ci rende ben evidente il nome Shinar come Sennaar in greco.
Preceduta da una scrittura fondamentalmente figurativa, a base di pittogrammi, la successiva stilizzazione condusse alla scrittura cuneiforme che sembra aver preceduto ogni altra forma di scrittura codificata, comparendo attorno alla fine del IV millennio a.C.
Si potrebbe essere tentati di pensare (come logica) che la ruota sia un’invenzione umile o addirittura primitiva, tuttavia, non è così.
La ruota (in particolare quella come mezzo di trasporto) è stata una conquista piuttosto tardiva nella storia dell’umanità.
La ruota (in particolare quella come mezzo di trasporto) è stata una conquista piuttosto tardiva nella storia dell’umanità.
Sappiamo che prima della scoperta della ruota gli uomini portavano i carichi a mano o in spalla, oppure li mettevano in alcuni sacchi e poi li trascinavano con i denti, che avevano molto sviluppati.
Una incisione rinvenuta sul Monte Bego, nella zona chiamata Valle delle Meraviglie, rappresenta un uomo che sta arando e, siamo già vicini al neolitico; mentre l'altra, un carro trainato da animali. Entrambe le due incisioni appartengono, in forma simile, sia alla Val Camonica che alla Valle delle Meraviglie.


Questo periodo, conosciuto come Età del bronzo, è già un'epoca relativamente tardiva nella storia dello sviluppo della civiltà umana.
Cratere a figure rosse (fine V-inizi IV sec. a.C.) con officina di vasaio. Museo di Caltagirone.

Cratere a figure rosse (fine V-inizi IV sec. a.C.) con officina di vasaio. Museo di Caltagirone.

Ci basti pensare che le prime tracce di utilizzo del fuoco sono attribuibili allo Homo Erectus, a circa 400 mila anni fa, mentre l'invenzione dell'agricoltura si fa risalire ad almeno 10 mila anni fa.
Riteniamo che uno dei motivi per cui la ruota (da trasporto) è stata inventata solo a questo punto della Storia è dovuto al fatto che sono stati necessari strumenti di metallo: ossia scalpelli per realizzare i fori e gli assi.


E ciò porta inevitabilmente al motivo successivo: non si trattava semplicemente di un disco che ruota sul terreno, ma di un disco collegato ad un mezzo stabile e capiente. Di certo questa concezione di ruota è stato un vero colpo di genio, ma realizzarla era e fu una sfida.
Le estremità del perno, così come i fori nel centro delle ruote, dovevano essere perfettamente lisce e rotonde, altrimenti ci sarebbe stato troppo attrito tra gli elementi e la ruota non avrebbe funzionato.
Sebbene l’asse doveva adattarsi perfettamente ai fori, questi dovevano avere spazio sufficiente per permettere alle ruote di girare liberamente.
Data la complessità della combinazione ruota-asse, le prime ruote non furono quindi utilizzate per il trasporto, ma per la produzione di vasi.
Le estremità del perno, così come i fori nel centro delle ruote, dovevano essere perfettamente lisce e rotonde, altrimenti ci sarebbe stato troppo attrito tra gli elementi e la ruota non avrebbe funzionato.
Sebbene l’asse doveva adattarsi perfettamente ai fori, questi dovevano avere spazio sufficiente per permettere alle ruote di girare liberamente.
Data la complessità della combinazione ruota-asse, le prime ruote non furono quindi utilizzate per il trasporto, ma per la produzione di vasi.
In realtà la ruota veniva usata già nel Neolitico, (Il Neolitico è l'età della pietra nuova o età della pietra levigata).
Un vasaio nel suo laboratorio sta facendo un vaso sulla ruota





Difatti, secondo gli studiosi, la ruota fu scoperta e/o inventata come già detto, intorno al 3.500 a.C. dai Sumeri in Mesopotamia e, aveva proprio questa prima importante funzione: veniva utilizzata per la lavorazione del vasellame.

Infatti i vasai Sumeri costruirono le prime ruote formandole da un cerchio di legno pieno, fatto da assi inchiodati ad un asse orizzontale e solo in seguito in pietra.


I Sumeri inventarono quindi il primo tornio a pedale e con esso, datosi che erano molto abili nella lavorazione dei metalli e della ceramica costruivano vasi, contenitori, monili, statue.


I Sumeri inventarono quindi il primo tornio a pedale e con esso, datosi che erano molto abili nella lavorazione dei metalli e della ceramica costruivano vasi, contenitori, monili, statue.

Con il tornio a pedale i vasai Sumeri potevano così modellare meglio l’argilla.








Il tornio a pedale era uno strumento formato da due dischi uniti da un perno centrale. Sul disco superiore il vasaio appoggiava l’argilla mentre con il piede faceva girare il disco inferiore.
Così facendo girava anche quello di sopra. In questo modo bastava una leggera pressione delle dita sull'argilla per farle assumere la forma voluta.


La ruota del vasaio medioevale.

Dopo aver fatto i vasi, li facevano asciugare e li cuocevano in un forno.
La loro tecnica si usa ancora oggi… presso tutti i Figoli del mondo.
In seguito le ruote iniziarono ad essere utilizzate anche in altri ambiti.
Le prime ruote erano dei semplici e rudimentali dischi di legno con un foro in mezzo per l'asse.


Con il passare del tempo i vari popoli perfezionarono la tecnica della ruota e il materiale di cui era costituita.
- Parte Seconda -

L’utilizzo della ruota per il trasporto sembra sia avvenuto solo 300 anni più tardi.
Tuttavia la ruota oltre che per la lavorazione della ceramica è stata ancor prima utilizzata per scopi domestici, come la irrigazione, la fresatura e la macina.
Questo mostra l’estrema versatilità di un’invenzione così tanto importante per l’umanità.
Sulla base di ciò, forse, bisognerebbe cambiare il nostro punto di vista rispetto alla ruota e non più considerarla solo come l’invenzione di base degli uomini primitivi, ma considerarla invece, come una delle più grandi conquiste di genere dell'umanità.
Questo mostra l’estrema versatilità di un’invenzione così tanto importante per l’umanità.
Sulla base di ciò, forse, bisognerebbe cambiare il nostro punto di vista rispetto alla ruota e non più considerarla solo come l’invenzione di base degli uomini primitivi, ma considerarla invece, come una delle più grandi conquiste di genere dell'umanità.

Di certo, l'invenzione-intuizione della ruota è stata una tappa fondamentale per lo sviluppo dell'uomo nel periodo del neolitico, nella preistoria.
In linea generale si ipotizza che l'uso della ruota fosse anticipato di qualche sec. passando così da quello del rotolamento dei pesi su dei tronchi d'albero, a quello che in seguito inventò la slitta su pattini.

Un'altra invenzione precedente la ruota fu la slitta o treggia il più antico mezzo di trasporto a trazione animale, che rivoluzionò il modo di trasportare i carichi.

A) - fino al 7.000 a.C. slitta/treggia trainata a braccia dall’uomo;
B) - parte poi l’addomesticamento del Bue e dal 6.500 a.C. fino al 2.500 a.C. la treggia/slitta viene perfezionata ed utilizzata per lavori prevalentemente agricoli.
Nel 2.500 a.C. con l’invenzione della ruota, la treggia + le ruote si trasformano in carro!
Nel 2.500 a.C. con l’invenzione della ruota, la treggia + le ruote si trasformano in carro!
Difatti, non tutti sanno che quel povero tronco d’albero biforcuto denominato treggia, in perfetta simbiosi con l’umile e generoso bue, hanno dato vita nel lontano 4000 A.c. al primo mezzo di trasporto dell’umanità che 1000 anni più tardi con l’applicazione delle ruote a quello stesso telaio diede vita al CARRO.



Strutture costruttive di una treggia e del treggiolo.


Questa, un tronco d’albero biforcuto a (Y) più o meno grosso e di una lunghezza variabile fungeva da telaio, con altri pezzi di legno intagliati e sagomati veniva poi adattato alla tipologia di lavoro che doveva svolgere, per semina, trasporto legname, aratura, trasporto cose e altro, durante la stagione estiva scivolava su terreni pianeggianti, con la neve non aveva problemi.
Il loro utilizzo incominciò nel tardo Neolitico e nel Calcolitico quando l’uomo terminò la prima fase sperimentale di addomesticamento degli animali da lavoro rappresentati dal bue e dal predecessore del cavallo chiamato onagro.


Così le popolazioni contadine che avevano già avviato l'addomesticamento dei primi cavalli (onagri) notevolmente più veloci dei buoi, si ritrovarono perciò più avvantaggiate.













Sulla neve sulla slitta trainata dai cavalli.
















Il passaggio dalla slitta a traino manuale e animale al carro, avvenne sul fini re del IV millennio a.C. e ciò, rappresentò certamente il prodotto di una serie di circostanze favorevoli.
A favorire questa espansione e relativa sua colonizzazione contribuì in maniera determinante una delle più grandi invenzioni della storia: la ruota, che pare sia stata inventata proprio nella vallata del Tigri - Eufrate verso la metà del 2500 a.C. e, quelle popolazioni contadine supportati dai veloci onagri e dai sempre validi vecchi buoi famigliarizzando con la nuova straordinaria invenzione ruota e
assemblarono il tutto sul telaio della treggia ed iniziarono le grandi migrazioni verso le più temperate regioni Europee.

Il carro-giochi campagnolo dei ragazzi primitivi, utile anche per piccoli lavori e trasporti.





Con l’aggiunta delle ruote al telaio della Treggia ecco i primi Carri.


Carretto a mano con ruote, Civiltà della valle dell'Indo (3.000-1.500 a.C.).
Esposto presso il National Museum di Nuova Delhi.

Piattaforma di un carro antico a.C.

Per costruire un carro occorrono infatti alcuni requisiti essenziali.
Innanzitutto se ne deve avvertire il bisogno: cosa che si manifestò inizialmente solo in società agricole avanzate che miravano alla produzione di un surplus a scopi commerciali e che, per questo, dovevano trasferire su medie distanze dei carichi notevoli.
Ancora: la costruzione richiedeva del legname adatto a questo tipo di veicolo e, infine, si doveva disporre di una forza motrice naturale per trainarlo.
Quest'ultimo requisito in qualche misura era già stato ottimamente risolto con l'addomesticamento dei buoi che ora vennero resi più adatti al traino adottando la pratica della castrazione.
Si produsse cosi un animale da tiro docile, la cui forza e la cui pazienza bene si
compensavano più che a sufficienza la sua lentezza.
Sulle origini della ruota non sappiamo nulla di certo:
ignoto l’inventore
il luogo dell’iniziale uso
e il popolo che la usò per primo.
Molto probabilmente si tratta di un’invenzione antichissima: qualcuno di certo avrà notato come il tronco di un albero rotolava senza difficoltà e avrà così pensato di utilizzare questo principio per trasportare pesi con minore fatica.
Nel 2.500 a.C. con l’invenzione della ruota, la treggia + le ruote si trasformano in carro!
compensavano più che a sufficienza la sua lentezza.
Sulle origini della ruota non sappiamo nulla di certo:
ignoto l’inventore
il luogo dell’iniziale uso
e il popolo che la usò per primo.
Molto probabilmente si tratta di un’invenzione antichissima: qualcuno di certo avrà notato come il tronco di un albero rotolava senza difficoltà e avrà così pensato di utilizzare questo principio per trasportare pesi con minore fatica.
Nel 2.500 a.C. con l’invenzione della ruota, la treggia + le ruote si trasformano in carro!
Variazioni di carrelli a ruote:
1) carretti di legno Yamnogo periodo del terzo millennio a.C. (steppe del Caspio-Mar Nero);
2) Foto carrelli, raschietti e di carri di Grave Stone.


Pittogrammi Sumeri usati per indicare una slitta per il trasporto di persone (2) e di alcune poi montata su probabili ruote (1). Fine del IV mill. a.C. (da Stuart Pigott, 1978).


Evoluzione della ruota fino al carro da trasporto a trazione animale.

Data la complessità della combinazione di ruota e asse, non c’è proprio nulla da stupirsi che la ruota non fosse stata inizialmente inventata per il trasporto.
Così, nel tempo, pian piano vari popoli perfezionarono la tecnica costruttiva della ruota, ricordando e selezionando il materiale da usare e il procedimento. Alcuni studiosi (nel tempo) hanno ritenuto e anche suggerito che l’idea della ruota si sia diffusa lentamente dopo che si era riusciti a produrne il primo “prototipo”.


Pittogrammi Sumeri usati per indicare una slitta per il trasporto di persone (2) e di alcune poi montata su probabili ruote (1). Fine del IV mill. a.C. (da Stuart Pigott, 1978).

Evoluzione della ruota fino al carro da trasporto a trazione animale.

Data la complessità della combinazione di ruota e asse, non c’è proprio nulla da stupirsi che la ruota non fosse stata inizialmente inventata per il trasporto.
Così, nel tempo, pian piano vari popoli perfezionarono la tecnica costruttiva della ruota, ricordando e selezionando il materiale da usare e il procedimento. Alcuni studiosi (nel tempo) hanno ritenuto e anche suggerito che l’idea della ruota si sia diffusa lentamente dopo che si era riusciti a produrne il primo “prototipo”.
Altri, invece, tutt'oggi suggeriscono che essa si sia sviluppata in varie parti del mondo indipendentemente più o meno nello stesso periodo.

L'invenzione della ruota (e il suo girare roteando su se stessa), rappresenta quindi un momento molto importante della storia dell'umanità: essa ha modificato infatti non solo i trasporti, ma il progresso tecnologico in generale.
Si passò così dai rudimenti primitivi ai progressi che l'uomo via via ha fatto fino ad oggi sono molti, perché dalla ruota dei vasai poi applicata ai carri, di strada veramente se ne è fatta tanta.
Anche se la ruota più antica del mondo è stata trovata in Mesopotamia, pare che le prime immagini di carri a ruote siano state trovate in Polonia e in altri luoghi delle steppe eurasiatiche.

Le ruote si contraddistinguono per due tipologie differenti: la prima tipologia era probabilmente utilizzata per un carro pesante da trasporto, l'altra tipologia era forse adatta ad un carro più leggero.
Come già sopranzi finora detto, ad inventare la ruota furono i Sumeri, dunque il Popolo della terra di Mesopotamia (ovvero, attuale Iraq, con un po’ di Siria e di Turchia)
dal 3900 al 538 a.C. circa. Pertanto i primi abitanti di queste zone a lasciare traccia di una affermata civiltà sono stati proprio i Sumeri.
Ruote e Carri a ruote – Sumeri, già nel 3500 a.C.
Aratro – Sumeri, 3500 a.C.
Oggi, viene quasi spontaneo doversi chiedere dove potremmo essere ora senza questa incredibile invenzione? Senza contare che è grazie a questa invenzione che finalmente abbandoniamo la Preistoria ed entriamo nella Storia che, non ci stanchiamo mai di ricordare, ebbe inizio con i Sumeri nel 3500 a.C.
Aratro – Sumeri, 3500 a.C.
Oggi, viene quasi spontaneo doversi chiedere dove potremmo essere ora senza questa incredibile invenzione? Senza contare che è grazie a questa invenzione che finalmente abbandoniamo la Preistoria ed entriamo nella Storia che, non ci stanchiamo mai di ricordare, ebbe inizio con i Sumeri nel 3500 a.C.
Ovviamente, ai miei tempi, a differenza degli Egizi (solitamente i più nominati chissà poi perché?, nel periodo scolastico), i vari popoli vissuti in Mesopotamia nello stesso periodo non li conoscevamo molto e non li ricordavamo più di tanto, anche se sono nomi che nel tempo e negli anni si erano sentiti nominare più volte, pur non sapendone più di tanto!
Ok, smemoratezza scolastica e i non ricordo di gioventù direbbe qualcuno, ma soprattutto fu l'argomento un poco strafalciato di un ragazzo che partecipò alla IVª ed. anno 1992 del PREMIO LETTERARIO ARBORENSE (sez. saggistica inedita) che ne alimentò la mia curiosità risvegliando i ricordi assopiti e, quello funse certamente da forte stimolo per un rispolvero storico davvero interessante: da andare a leggere, curiosità storica da colmare, da approfondire (vista la tematica trattata da quello scritto) "Storia delle civiltà mesopotamiche".
Fu proprio questo particolare tema e titolo ad incuriosirmi, circa venticinque anni addietro, facendomi tornare indietro con la memoria al 1962/63 (alle elementari, terza classe) e riaccostarmi così alle Origini dell'esistere, dell'uomo! Storia che è ancor oggi ricca di incognite, avvenimenti, scoperte e tesori!
Fu proprio questo particolare tema e titolo ad incuriosirmi, circa venticinque anni addietro, facendomi tornare indietro con la memoria al 1962/63 (alle elementari, terza classe) e riaccostarmi così alle Origini dell'esistere, dell'uomo! Storia che è ancor oggi ricca di incognite, avvenimenti, scoperte e tesori!
L’origine certa di questo popolo, a mio modesto avviso, - mentre mi accingo a comporre questo mio in questo BLOG -, è ancora in gran parte sconosciuta e, mi chiedo se oggi sull'argomento, siano stati fatte nuove scoperte visto che anche su Wikipedia si fa si qualche nuova ipotesi, ma comunque niente di certo e, di interessante.
Quindi, ancora una volta e stavolta per i Sumeri, come per gli Egizi in mio altro scritto (da tempo pronto alla stampa), non si può certo parlare di civiltà se non c’è di mezzo anche un fiume, anzi, in questo caso i fiumi sono ben due.
Difatti, Mesopotamia significa “terra in mezzo ai fiumi“, proprio perché queste civiltà si sono sviluppate nel territorio compreso tra due fiumi detti Tigri e Eufrate (in una zona che corrisponde grosso modo all'attuale Iraq, con qualche pezzettino di Siria e Turchia).
Difatti, Mesopotamia significa “terra in mezzo ai fiumi“, proprio perché queste civiltà si sono sviluppate nel territorio compreso tra due fiumi detti Tigri e Eufrate (in una zona che corrisponde grosso modo all'attuale Iraq, con qualche pezzettino di Siria e Turchia).
Incastonata tra due fiumi (quindi si parla di un terreno molto fertile), ma praticamente privo di alcuna barriera naturale: ovvio, quindi, immaginare che la regione fosse spesso invasa da popolazioni diverse!

Una costante successione di popoli che si conquistano e riconquistano a vicenda! Va da se che quella Sumera è la civiltà che da sempre ha affascinato di più tra quelle studiate e analizzate le mie ricerche, poiché pare la più vicina a quella Nuragica (che ne è la mia di provenienza territoriale d'origine) datosi che praticamente sono dell'avviso che essi hanno inventato di tutto: dall'agricoltura alla ruota, la scrittura, l’impero, la civiltà…




Una costante successione di popoli che si conquistano e riconquistano a vicenda! Va da se che quella Sumera è la civiltà che da sempre ha affascinato di più tra quelle studiate e analizzate le mie ricerche, poiché pare la più vicina a quella Nuragica (che ne è la mia di provenienza territoriale d'origine) datosi che praticamente sono dell'avviso che essi hanno inventato di tutto: dall'agricoltura alla ruota, la scrittura, l’impero, la civiltà…



L’immagine qui sotto postata è un particolare del cosiddetto stendardo di Ur. É questo un pannello decorato su entrambe le facce probabilmente risalente alla prima metà del terzo millennio a.C. (quindi veramente vecchio!).

Altro particolare dello stendardo di Ur, 2500 a.C. ca.

Di certo, ed è constatato, che gli animali che si vedono trainare i carri non sono cavalli ma bensì asini: difatti pare proprio che i Sumeri ignorassero l'esistere del cavallo.
Come già detto ed è risaputo, i popoli mesopotamici utilizzavano solo l’asino, o eventualmente il bue come animale da traino; difatti, sappiamo che i loro carri erano pesanti e lenti, e servivano solo per il traino, di certo non potevano essere usati in battaglie.
Così però non era per gli Hittiti, che sono la prima civiltà di origine indoeuropea e, anche questa civiltà si sviluppò vicino ad un fiume chiamato Halys (oggi Kizil-Imrak) posto in un territorio che corrisponde alla odierna Turchia.
Così però non era per gli Hittiti, che sono la prima civiltà di origine indoeuropea e, anche questa civiltà si sviluppò vicino ad un fiume chiamato Halys (oggi Kizil-Imrak) posto in un territorio che corrisponde alla odierna Turchia.
Scopriamo così che gli Hittiti invece non solo avevano addomesticato il cavallo, ma avevano anche inventato un altro tipo di ruota molto più leggera e quindi più veloce rispetto a quella dei Sumeri.


Thor, l'inventore della ruota, era spesso triste e scoraggiato.
Già intuiva, evidentemente, il disco orario e le altre tremende maledizioni che la ruota attirerà immancabilmente sul capo dell'umanità di 500.000 anni dopo.

La ruota dei Sumeri infatti era un disco pieno come bene si vede nell’immagine qui sotto... ed era formata da due semidischi in legno tenuti insieme da perni presumibilmente di legno.
Variazioni di carro da ruote piene e a raggi, la ruota del terzo millennio a.C. (Mesopotamia, Ur); Destra - rock pittura carro del secondo millennio a.C. (Libia).

In conclusione come abbiamo detto precedentemente, il popolo più lontano nel tempo del quale si possa dare un uso appropriato della ruota fu proprio quello dei Sumeri che, nel quinto millennio prima di Cristo pare che si stabilì nella terra di Mesopotamia.
E, anche se non sono stati loro ad inventarla, ne hanno tramandato l’immagine più remota, infatti essa appare nello stendardo-mosaico scoperto dall'archeologo inglese Leonard Woolley fra i resti della città di Ur nel 1928 (British Museum di Londra).
E, anche se non sono stati loro ad inventarla, ne hanno tramandato l’immagine più remota, infatti essa appare nello stendardo-mosaico scoperto dall'archeologo inglese Leonard Woolley fra i resti della città di Ur nel 1928 (British Museum di Londra).

Lo Stendardo doppio di Ur.

Benché la ruota abbia rivoluzionato il modo e quel mondo in cui i nostri antenati viaggiavano e trasportavano merci da un luogo all’altro, la ruota non era di certo un’invenzione perfetta. Per esempio, i cammelli erano molto più efficaci e quindi usati per il trasporto in ambienti come il deserto sabbioso rispetto alla ruota.
Difatti, pare che tra il 2° e il 6° secolo d.C., il cammello e il dromedario, abbiano addirittura soppiantato la ruota come mezzo principale di trasporto in Medio Oriente e Nord Africa.
Carretto siriano a quattro ruote piene trainato da una coppia di bovidi.

Tutti sappiamo che le ruote dei Sumeri erano di legno pieno, successivamente altri popoli le perfezionarono creando le ruote a raggi. Le origini del carro si confondono con quelle della ruota che infatti venne poi di conseguenza utilizzata nel carro per rendere quest'ultimo un valido strumento agricolo e di trasporto nella civiltà mesopotamica.
Alcune tavolette ritrovate nel tempio di Erech hanno consentito agli storici di poter datare l'applicazione della ruota alla slitta e la sua successiva trasforma zione in carro.
Il primo carro accertato nei documenti mesopotamici risalì quindi al 3000 a.C., rinvenuto in un bassorilievo ad Ur denominato il carro dei felini, nel quale vi appare il carro costituito da ruote piene a tre settori, con asse e ruota solidali ed un perno fissato ad un telaio, che nel caso dei carri funebri, raggiunse la dimensione di 50 cm per 65 cm.

Carro sumero.
Carro bronzetto di carro sumero.

Il carrello con ruote solide in legno massello. India, 3000 a.C.
Ruota a raggi risalente al 2000 a.C. esposta al Museo Nazionale dell'Iran, a Teheran.


Assiria - il palazzo di Sargon a Khorsabad, Iraq - sedia-portantina con ruote.


Carro da guerra assiro.

Carro assiro...

Carro assiro-babilonese da guerra.

Hittite Chariot egyptian - rappresentazione. Carro da guerra ittita.
Carro egizio con ruote a raggi, museo di firenze.
Carro da guerra egizio risalente al xv sec. a.C., notasi la costruzione della ruota particolarmente evoluta.

I cavalli assiri o i muli, formano l'attacco dei carri di guerra.
Carri ittiti nella battaglia di qadesh.




Sappiamo bene che i Romani realizzarono già nel III sec. a.C. delle ruote con parecchi raggi montati obliquamente sul mozzo, anticipando quelle dei veicoli moderni, mentre i Celti introdussero quelle a raggi per carri munite di cerchione in ferro.
Ad oggi si ritiene che i luoghi di nascita della ruota siano sia la Mesopotamia, sia le steppe eurasiatiche.




Processione di Sant'Isidoro a Borore (Or) con antico carro bororese a ruote piene.

La ruota ebbe una rivoluzione lenta nel tempo: a Susa sono stati rinvenuti resti di ruote piene con cerchione rinforzato da borchie di rame, risalenti all’inizio del II millennio a.C.
Verso la metà del II millennio a.C. comparvero nella Persia orientale e in Egitto
le prime ruote piene, libere di girare agli estremi dell'asse.
Gokarna karnataka India ratha chariot wheels big woman walking travel photography.
Un modellino dei carri con casa che pare usassero le popolazioni nomadi della steppa russa.


- Parte Terza -
Pian piano nel tempo, la treggia si trasforma in un vero carro.
Nel corso di queste grandi migrazioni il territorio mutava e ben presto al posto delle sterminate pianure apparvero le alte vette ed i territori montuosi.
Nel corso di queste grandi migrazioni il territorio mutava e ben presto al posto delle sterminate pianure apparvero le alte vette ed i territori montuosi.
A questi cambiamenti si devono le modifiche che via via si susseguirono nelle strutture dei carri.
Infatti molti dei carri usati allora derivavano dall'accoppiamento di due veicoli a Y che pian piano nel tempo suggerirono l’idea del diffusissimo carro-snodato.






Riproduzione in scala di un carro a buoi con ruote a raggi tradizionale della Sardegna.
Marrubiu (Or) anni '60, raccolta dei covoni con carro a buoi tradizionale della Sardegna.


Carro a buoi tradizionale della Sardegna.


Carro a buoi tradizionale della Sardegna.
Altro carro a buoi tradizionale della Sardegna.






Carro con due ruote a raggi con cestone.


Foto primi del '900 - Il ritorno dalla vendemmia. 

Carri trainati da buoi in Madagascar.

Carretti da diverse regioni malesi, esposte al Muzium Negara (Museo Nazionale malese).









Carretta trainata da asino nei campi di Mondragone.

Carretto aquilano per buoi.



































Carretto napoletano e classico del mezzogiorno italiano.







Carrettoni per la vendemmia.

Antico carro per trasporto botti di vino.



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Carro del lattaio.



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Il carretto del venditore ambulante a Napoli.



Sopra e sotto, antico carro per traino da singolo bue che portava il giogo sul collo.


Carretto per il trasporto e la consegna di vino.




Un baroccio con tiro a tre carico di sacchi di grano a Napoli.

Carrettieri di sabbia al fiume.




Antico carrettone a trazione animale con timone a snodo, avente quattro ruote con raggi e cerchione in ferro.

Carro piano a quattro ruote antico.



Carro a quattro ruote con sponde a scale.

Carro a quattro ruote a doppia croce con sponde a scale e doppio giogo.

Carro a quattro ruote a raggi con sponde a scale.
Antico carro agricolo con cesta a quattro ruote a doppia croce. Museo Etnografico d'Istria.
Prospetto di carro agricolo con cesta a quattro ruote a doppia croce. Museo Etnografico d'Istria.

Carro a quattro ruote a raggi con sponde a scale e con fiancate aggiunte.


Carri a buoi con quattro ruote a raggi con trasporto botti orizzontali.

Evoluzione della ruota sul carro da trasporto a trazione animale.



Carri a muli con quattro ruote a raggi per trasporto botti verticali ed altro.




Sopra il carro “la castellata” che veniva
utilizzata come unità di misura.

Rarissimo esemplare di Carro-botte.



Antica ruota in legno con raggi a croce.

Una delle prime ruote a raggi totalmente in legno, ivi compreso il mozzo e la chiave di fermo.


Particolare della ruota del carro trionfale di Capurso dedicato alla Madonna del Pozzo.





Un “carrettino” dei gelati e delle bibite in sosta.



Nel secolo XIII i vari progressi della metallurgia portarono alla realizzazione delle ruote dentate e, successivamente, con questa, si trovarono ingegnosissime applicazioni nei mulini, apparecchi per sollevamento acqua e negli orologi meccanici.
E, dal Medioevo al Rinascimento la ruota trovò sempre più larga applicazione nella ingegneria idraulica e militare.
Nell'immagine qua sopra, potete ammirare l’evoluzione della ruota nel tempo, a partire dai mezzi più antichi, proseguendo con vari tipi di carri, carretti, birrocci, carrozzelle e carrozze, per poi arrivare via via... alla moderna automobile, ovverossia: il più diffuso mezzo di trasporto al mondo!
Nel XVIII secolo all’epoca della rivoluzione industriale, come ben sappiamo, la ruota divenne elemento insostituibile della nascente civiltà delle macchine; ma anche un importante simbolo nella religione induista e buddista.
Inoltre, nel corso dei secoli, la ruota è stata caricata di significati simbolici, il più famoso, forse, è quella che la vede come metafora del ciclo senza fine della vita.
La ruota è stata una vera e propria svolta, per l’essere umano, che trovò il mo do per rivoluzionare la storia dell’umanità!
1845: nasce il pneumatico gonfiabile.
Nel XVIII secolo, sotto l'impulso di Gribevaul, celebre artigliere e luogotenente generale dell'esercito francese, la ruota subisce un altro progresso fondamenta le: viene inclinata sul suo piano di attacco, in modo che la superficie di scorri mento sia ben piatta sulla carreggiata, a prescindere dal carico.
La ruota guadagna così in resistenza al carico.
Con la convergenza delle ruote di direzione, le ruote raggiungono la loro geome tria finale. Durante lo stesso secolo un ingegnere inglese inventa per i vagoncini della miniera di Newcastle il binario profilato in legno e le ruote adattabili.
Un altro inglese, Blacket, dimostra nel 1813 che l'aderenza di una locomotiva diviene effettiva quando il peso si trova sull'asse delle ruote motrici. Nel 1814, George Stephenson, mette delle ruote profilate sulla sua vaporiera e ha l'idea di rendere tutti gli assi solidali attraverso una catena che, più avanti, viene rimpiazzata da un sistema biella-manovella.
Il binario, che è in acciaio, inizia il suo sviluppo e diventa quello della ferrovia.
Nel 1845 Robert Thompson, in Gran Bretagna, inventa un nuovo dispositivo consistente "nell'applicazione di supporti elastici intorno alle bande delle ruote della vettura, al fine di diminuire le potenze necessarie per tirarla".
Thompson inventa inizialmente il pneumatico gonfiabile, prima di orientarsi, davanti alle difficoltà di fabbricazione, sulle coperture piene che accrescono il contatto con il suolo, evitano di impantanarsi e permettono, pertanto, di ridurre le dimensioni delle ruote: in tal modo due ruote di 400 kg possono essere sostituite da due piccole ruote da 100 kg. Secondo uno studio della metà del XIX secolo, confermato da Michelin nel 1896, il pneumatico pieno consente una economia di trazione del 38% su una buona strada e del 63% su una meno buona. Agli inizi del XX secolo George Cayley aveva acquisito un brevetto per una ruota elastica, nella quale la cerchiatura esterna metallica, rivestita di caucciù, era collegata per mezzo di molle a nastro al posto degli abituali raggi.
Questo procedimento, che assorbiva bene gli urti e che conobbe poi un certo successo, verrà ripreso nel 1971 per il primo veicolo lunare americano.
Ma sarà un veterinario inglese, stabilitosi in Irlanda, che darà alla ruota la sua configurazione attuale.
John Boyd Dunlop registra, il 23 luglio 1888, il brevetto per una camera in caucciù gonfiata come un pallone di calcio, che aveva appena sperimentato. Inizia l'era del pneumatico gonfiabile che si impone sul mercato e apre la via all'automobile.
Il pneumatico gonfiabile, senza camera d'aria interna, rappresenterà, quindi, il passo successivo lungo lo stesso percorso.
Dando un’occhiata in giro è possibile vedere ruote di tutti i tipi nel mondo, come pneumatici o ruote di ferro per rotaie.Inoltre, nel corso dei secoli, la ruota è stata caricata di significati simbolici, il più famoso, forse, è quella che la vede come metafora del ciclo senza fine della vita.
Nell'immagine qua sopra, potete ammirare l’evoluzione della ruota nel tempo, a partire dai mezzi più antichi, proseguendo con vari tipi di carri, carretti, birrocci, carrozzelle e carrozze, per poi arrivare via via... alla moderna automobile, ovverossia: il più diffuso mezzo di trasporto al mondo!


E... non finisce qui E...
Pubblicato su Blogger oggi 01/12/2013 alle ore 22,54 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
2013© - Avviso informativo per i naviganti curiosi -
Carissimi, questo Blog e le sue relative schede argomentative sulla Ruota, non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene soventemente rivisitato e aggiornato senza alcuna periodicità, quindi, non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.
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